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Le Nuove Frontiere dell’Eging

TIP RUN

  •  PERCHE’ TIP RUN
    Le nuove EGI della Yamashita Japan Tip Run in breve TR, dal Sostantivo Inglese LA PUNTA , e RUN Correre , nascono per fornire un nuovo impetus alla pesca dei calamari e seppie da natante, NON escludendo l’utilizzo anche in situazioni particolari anche dalle scogliere.
    Perché nasce la nuova TR, principalmente per un concetto di pesca verticale potendo agire in azione di pesca anche in fondali importanti.
  •  NUOVO MODELLO TR
    La TR nasce con una zavorra incorporata , con una forma molto particolare che somiglia ad un bulbo di una nave, e sulla coda troviamo una Pinna che ha la funzione di una deriva, nella misura 3,0 ha un peso di 23gr. Per una lunghezza di 10cm. Con una velocità di affondamento di 1,5 metri al secondo, la misura 3,5 ha un peso di 30 gr. Per una lunghezza di 10,5cm. Con una velocità di affondamento di 0,95 secondi al metro.
  • LA MONTATURA
    La montatura è estremamente semplice, senza ripetizioni o peculiarità particolari di sorta, potremmo utilizzare la stessa lenza che già usiamo per la pesca ad EGI dalla barca.
  • L’AZIONE DI PESCA
    L’azione di pesca è veramente semplice , la totanara deve scendere liberamente verso il fondo, quando raggiunge il fondo, si solleva con delle jerkate molto generose e irregolari alzando l’artificiale anche qualche metro, seguite da pause anche lunghe o da pause regolari di circa 10-15 secondi è in questa fase che avverrà l’attacco del cefalopode sull’artificiale, Se non avviene la mangiata del cefalopode dovremmo ripetere gli stessi movimenti .
    Certamente con questa tecnica rivoluzionaria avremmo il vantaggio di poter insidiare i cefalopodi fino a batimetriche importanti fino ai 40 metri utilizzando solo gli accessori studiati per la totanara senza modificarne l’azione pescante.
  • ACCESSORI
    Per le totanare TR è prevista dalla Yamashita una Di Zavorre Aggiuntive dai 10gr. ai 60gr. Costruite appositamente per le teste degli artificiali in 3 colorazioni le TR SINKER e sono previsti anche degli appositi Snap , creati per far sì che possiamo procedere alla sostituzione delle Zavorre o degli artificiali in modo rapido le TR SNAP.
  • LE CANNE TIP RUN
    Dal Giappone dove nasce la tecnica, sappiamo tutti il perfezionismo dei nipponici, che non tralasciano nulla al caso e progettano l’attrezzatura specifica per ogni tecnica di pesca , Le Canne da Tip Run sono in media in una lunghezza dai 2,10 mt. Ai 2,20mt , con un azione molto fast ed esclusivamente costruite con la vetta riportata in Fibra di vetro, per una maggiore morbidezza nelle jerkate e nella ferrata del Cefalopode , nulla viene Lascato al caso così come l’uso di tracciati sottilissimi con un PE 0.6 massimo PE0.8, per far si che l’azione di pesca sia sempre più possibile in verticale.

La Scelta dei colori degli Slow Blatt

Certamente la scelta dei colori non è puramente casuale, le livree naturali sono quelle più utilizzate in quanto secondo l’immaginario collettivo sono quelle che imitano di più i pesci foraggio che abitano i nostri mari, ma mai escludere varianti con colori e forme che non hanno nulla a vedere con colorazioni, forme, livree
naturali.
Pertanto nella mia cassetta non mancheranno mai varianti di questo genere, che a volte hanno salvato la giornata di pesca in condizioni in cui non volevano sapere
nulla di ghermire i miei artificiali.
Le Livree naturali riproducono effetto squama , colori e bagliori, che la blatta riproduce sfarfallando in discesa come un pesce ferito o in difficolta, scatenando il
predatore all’attacco dell’esca che possa poi essere per territorialità o per fame.
Consiglio le colorazioni naturali sui fondali non superiore agli 80-90 metri. Livree zebrate, sono un classico nate negli anni 90 con l’avvento del Vertical Jigging,
subito adottate dallo slow pitch , si alternato colori sgargianti a strisce di vernice Glow, si usano di solito su fondali profondi, ma salvano giornate di pesca come già
narrato in precedenza anche su fondali bassi, quando i pesci hanno bisogno di uno stimolo in più e non hanno assolutamente voglia di collaborare.
Pertanto quando dobbiamo affrontare una battuta di pesca, non dobbiamo mai dare nulla per scontato, possiamo avere ottimi risultati sia con colori naturale o con colori e forme innaturali in natura, dobbiamo sempre andare a rivoluzionare le abitudini
predatorie dei nostri pesci.
Voglio portare un semplice esempio, quando vediamo dal nostro strumento marcature importanti, facciamo scendere le nostre Blatte, ma i pesci non hanno
nessuna voglia di aggredire l’esca, possiamo provare ad infastidire il pesce con colori sgargianti, e movimenti frenetici delle nostre blatte , non più con movimento Slow , ma con movimenti frenetici e irregolari, per stimolare l’istinto di territorialità del pesce.

Il Mulinello da Slow Pitch

Un Giro di Mulinello e VIA

I migliori mulinelli per lo Slow Pitch, sono i mulinelli a tamburo rotante, sia a basso profilo o alto profilo così per la monovella DX o SX , è indicativo e soggettivo in
virtù della migliore manualità del pescatore , così anche sulla scelta con guidafilo o senza guidafilo c’è chi preferisce senza il guidafilo per paure relative ad eventuali fughe di grosse prede, chi invece preferisce il guidafilo per non preoccuparsi di direzionare il trecciato durante il recupero.
Qualunque sia la vostra scelta l’importante è che il mulinello rispetti alcune essenziali caratteristiche ; Deve avere una capienza di ameno 300mt di trecciato; Deve avere un rapporto di recupero alto minimo 6-1, 7-1 massimo 8-1 per avere un recupero dai 90 cm per giro
di manovella fino hai 70 cm , in quanto nello Slow Pitch l’azione del mulinello attraverso il giro di manovella innesca l’energia che fa scattare l’artificiale verso l’alto.
E scontato dire che i mulinelli dovranno avere una frizione micrometrica e una fluidità tale da permettere la fuoriuscita del trecciato con la massima fluidità .

Il Mulinello a Tamburo Rotante Perché ?
Perché ti consente di stare sempre a contatto con
l’azione di pesca , con una mano puoi azionare lo
sgancio per la fuoriuscita del trecciato e ne controlli la
fuoriuscita senza mai staccare la mano dal mulinello,
inoltre durante la discesa puoi eseguire dei brevi Stop
and Go dell’artificiale, fra l’altro ti consente di percepire
perfettamente quando l’artificiale è arrivato sul fondo.

Tecnica EDOMAE TAI TENYA

La pesca con il TENYA probabilmente è la tecnica importata dal Sol Levante che più si avvicina la nostro vecchio concetto di pesca a Bolentino , perché cioè abbina all’esca artificiale l’esca naturale.
Nata nel Sol Levante e utilizzata da moltissimo tempo dai pescatori che avevano già carpito l’enorme potenzialità di poter manovrare un’esca naturale con l’ausilio di un esca artificiale che abbia un grande potere attrattivo occultando all’interno di un Gambero di buone dimensioni un
Amo e un Assist con un altro amo sul carapace.
Fra le varie tecniche simile al Tenya , come il KABURA, INCIKU, TAIKABURA, è sicuramente la più redditizia per la vastità di prede che si possono insidiare, anche i più scettici rimarranno stupiti per la quantità e le dimensioni delle catture che potremmo eseguire in una normale battuta di pesca a bolentino.

Parliamo di Canne

La scelta dell’attrezzatura da pesca è importantissima per questa tecnica, in special modo per la canna da pesca che è la parte principale per una buona azione di pesca.
La canna da TENYA di solito è riconoscibile specialmente quelle di origine nipponica con dei modelli ben precisi le TAI RUBBER con una lunghezza che và dai 6’7” ai 6’9” piedi , con azioni dagli 80gr. Ad un massimo di 180gr. Hanno una vetta sensibilissima solitamente riportata e con un azione molto sensibile di punta,
con un elevata riserva di potenza nella schiena che servirà nel contrastare le prede di notevole dimensione .
Le Canne possono essere con impugnatura normale per mulinello a tamburo fisso, che con impugnatura casting per mulinello a tamburo rotante che ultimamente sta sempre di più prendendo piede come scelta dai pescatori.

Il Trecciato

La scelta del trecciato è estremamente importante, in quanto ha un ruolo essenziale sia per la corretta azione di pesca che per la resistenza dello stesso, si consigliano trecciati 8 capi , specifichi per la pesca verticale con un PE da 0.8 al massimo 1.2 .

Shock Leader

Il trecciato sarà abbinato un leader in fluorocarbon sempre di ottima qualità , con diametro dal 0,32 al 0,42 con una lunghezza di 3 volte la canna con cui si sta pescando.

Nodo di Giunzione

Per la giunzione si consiglia un conosciutissimo Tony Penà o una giunzione PR realizzata con un RotoKnotter delle varie marche in commercio.

Innesco

Per l’innesco utilizzeremo principalmente gamberi freschi o mazzancolle , sconsiglio vivamente prodotti congelati da grande distribuzione in quanto trattati per mantenere il colore.
Il gambero comunque è la sua esca per eccellenza e va innescato con precisione . L’amo dell’assist andrà calzato e innescato nella testa facendo attenzione a non provocare il fastidioso staccamento della testa del gambero .

Dove Pescare

Lo spot di pesca sono le zone classiche del bolentino si pesca dai 25 metri a scendere, io di solito non supero gli 80 metri, si può praticare efficacemente tutto l’anno con risultati migliori nei periodi invernali, insidiando i grossi pagelli.

ULTIMI ACCORGIMENTI

Per affrontare una buona sessione di pesca al TENYA , dovremmo trovare una condizione ideale di quasi assenza di scarroccio, potremmo aiutarci con una buona ancora a vento, comunque per avere le condizioni ideali non dovremmo mai superare uno scarroccio oltre il mezzo nodo.

Slow Blatt Cast UP

Con lo Slow Blatt Cast UP l’azienda del Sollevante PALMS produttrice della gamma di Artificiali Zetz.
Introduce lo Shore Slow Jigging nella pesca da riva, sviluppando un artificiale dal profilo più affusolato rispetto l’omonimo jig dedicato alla pesca verticale non escludendo a priori anche l’utilizzo delle tecniche verticale da natante.
Dotato di una straordinaria lanciabilità, e di un movimento particolare con la caduta a foglia , tipica del pesce ferito in difficoltà è un arma micidiale per i predatori.
Ha il vantaggio di conservare una caduta a Zig Zag rendendo efficace l’azione di ricerca con jerkate violente e recuperi più blandi il Classico Slow Fall .
Lo Slow Blatt Cast UP viene prodotto in 14 Colorazioni e din 6 Grammature dai 10gr. Ai 60 gr., con corpo più affusolato e sbilanciato nella parte finale è caratterizzato da una caduta più lenta.
Tutte le versioni sono armate con assist doppio in testa, e assist singolo in coda, dell’azienda Nipponica Decoy.

Modalità di Recupero

Lanciato in modo lineare soltanto con il movimento naturale dell’artificiale crea una particolare azione detta caduta a foglia , tipica del pesce ferito in difficoltà è un arma micidiale per i predatori.
Ha il vantaggio di conservare una caduta a Zig Zag rendendo efficace l’azione di ricerca con jerkate violente e recuperi più blandi il Classico Slow Fall Sviluppando un aggressività sia nei pesci più apatici che per istinto di territorialità tipico dei predatori

Scheda Tecnica
Modello Slow Blatt Cast Up
Aziena PALMS Angler Repubblic Design
Distributore www.buesprings.it
Profondità di esercizio da 30cm fino a 50mt

Assetto Slow Blatt
Peso dai 10gr. Ai 60gr.
Colrazioni 14
Prezzo da definire n.c.
Marco Rasicci
Cell.3929557194
www.bluesprings.it
info@bluesprings.it

NIKKO

Next Generation Soft Baits

Le Soft Bait di NIKKO prodotti rivoluzionari in arrivo dal Sol Levante e distribuiti in Italia da Blue Springs , cambieranno il modo di pescare a bolentino , Imitazioni Odorose, Morbidissime e Tenaci, che resistono a svariati ed innumerevoli utilizzi, pur essendo in materiale Atossico e Biodegradibile al 100% .
Il Futuro della Pesca a Bolentino è arrivato e si chiama NIKKO IMITATIN GAME. Una particolare caratteristica delle Soft Bait NIKKO è quella di presentarsi in varie combinazioni , può essere un Piccolo Octopus Arricchito con Esche naturali come strisce di calamaro o di seppia , oppure aggiungere sempre un soft bait di NIKKO .
I prodotti sono tutti Super Scent aumentando il loro potere attrattivo.
I PIN STYLE JIG CODE di NIKKO nel Modelle “ T “ o nel modello “ F “ Possono essere usati nella pesca ad Inciku o Kabura .

Eging ai Cefalopodi

L’EGING la pesca ai cefalopodi, come le seppie ed i calamari, è stata sempre considerata una tecnica praticata esclusivamente dalla barca. Ora le opportunità di cattura sono cambiate e l’evoluzione della tecnica ci consente di insidiare le nostre prede anche da terra. Stiamo parlando dell’Eging, la soluzione made in Japan che ha aperto nuovi orizzonti.
Una pesca che impone un approccio specifico, per ogni tipo di preda che si diversificherà ulteriormente in funzione della natura dei fondali, della profondità e dei periodi dell’anno. Sarà possibile ottenere impensabili soddisfazioni a patto che ci si doti di attrezzature adeguate e si apprenda la giusta tecnica.

Chi ben s’attrezza …

La canna è l’attrezzo che fa la differenza; sceglieremo attrezzi specifici e leggeri con anelli adatti all’utilizzo di trecciati sottili. Questo è il primo passo per ottenere i movimenti migliori, mantenere la massima sensibilità e soprattutto avere la giusta elasticità per ammortizzare la reazione di prede importanti. Anche i mulinelli dovranno essere muli di qualità: leggeri, fluidi, con un buon riavvolgimento, ma soprattutto con una frizione ottima per gestire trecciati sottili, che non vanno oltre le 6/8 lb. La leggerezza è tutto quando si deve lanciare in continuazione, in condizioni non sempre comodissime. In sintesi un 2500 od un 3000 sarà l’ideale, un ottimo compromesso che ben risponderà quando si tratterà di combattere grandi esemplari.

Legati ad un filo.

La scelta di cosa mettere in bobina è spesso oggetto di discussione; alcuni pescatori preferiscono utilizzare dei nylon specifico per eging o trecciati molto sovradimensionati; altri privilegiano la leggerezza. Il trecciato, a parità di carico di rottura, ha sezioni molto ridotte oltre a rendere più semplici i lanci lunghi. Esistono anche trecciati affondanti eccellenti per pescare sul fondo o lanciare controvento. Per quanto riguarda il libraggio, fili con carichi di rottura superiore alle 10lb, sono superflui rappresentando già questo un carico di rottura molto superiore alle necessità e un buon compromesso può essere rappresentato da un 8lb.
Completeremo il complesso pescante con un terminale in fluorocarbon dello 0,22, che connetteremo al trecciato con un nodo di buona tenuta ed infine ad un buon moschettone.

In un mare di inganni

L’offerta di mercato ci propone una varietà di artificiali a dir poco imbarazzante ed è difficile riuscire ad avere le idee chiare su cosa comprare. Sicuramente si può partire da un concetto di base riguardo i colori e possiamo dire, in linea di massima, che le colorazioni chiare o glow vanno molto bene in condizioni di scarsa visibilità mentre arancio, verde, rosa, nero risultano funzionanti con acqua limpida. Anche i colori naturali spesso si rivelano la scelta vincente cosi come alcuni accorgimenti quali il tessuto termico di copertura degli artificiali; un aspetto importante è rappresentato dalla luminosità notturna può influenzare la resa di una determinata livrea rispetto ad altre.

L’importanza del peso

Altra scelta da affrontare è il peso e l’affondabilità dei nostri inganni, elementi importanti sia per le distanze di lancio che per le profondità da raggiungere. Per i calamari useremo esche per sondare le fasce d’acqua intermedie, mentre per le seppie dovremo entrare rapidamente in contatto con il fondo. Per quanto riguarda le dimensioni degli egi queste sono espresse in “grammature” e vanno dall’ 2.5 fino al 3.5 e, soprattutto all’inizio, sarà bene orientarsi sulle misure intermedie.

In pesca

Siamo giunti al dunque, al momento di mettere in pratica l’azione di pesca. L’animazione dell’esca sarà la cosa più importante dalla quale dipenderà la riuscita del nostro gioco. Inizieremo con jerkate ampie in serie di due o tre seguite da un periodo di stop per poi ripetere lo schema fino al recupero definitivo. Ciò farà lavorare l’esca nel modo più imitativo possibile delle prede usuali di seppie e calamari. Rapide fughe , stasi sul fondo e saltelli, rapidi o lenti, dovranno essere alternati, sondando varie porzioni di mare fino a trovare quello più stimolante per la nostra preda. Gli attacchi avvengono principalmente nel momento in cui l’artificiale si ferma e l’aggressione all‘artificiale sarà inconfondibile e il momento delicatissimo. E’ importante mantenere il sangue freddo reagendo con un recupero omogeneo e senza scatti per evitare di perdere la preda. Infatti potremo correre il rischio, soprattutto con i calamari, di rompere i tentacoli e perdere la preda. Sono questi gli attimi in cui la taratura della frizione e l’elasticità controllata della canna possono fare la differenza. Perdere un calamaro nel branco significa dire addio ad ogni opportunità successiva. Nel caso che l’obbiettivo siano le seppie, il lavoro si dovrà svolgere sul fondo con jerkate meno rapide e più cadenzate, in ragione di 5,6 per volta, intervallate da lunghe stasi sul fondo.